Via Roma, con la sua brevità ci conduce in Piazza Sant’ Antonio, qui la seconda chiesa dedicata al Santo omonimo; la prima crollata in seguito a frane, sorgeva nel quartiere ancora oggi denominato Sant’Antonio Vecchio. Nel XVIII secolo, furono iniziati i lavori della seconda chiesa, questa fu edificata nella parte alta del paese, vicino alla chiesa di San Pietro e Paolo, adiacente Piazza Lauria L’ubicazione della chiesa fece si che, in passato, fosse frequentata dai notabili, i quali vi istituirono la confraternita dei Bianchi; loro privilegio era quello di intervenire nella processione del Venerdì Santo, portando in spalla il feretro contenente il corpo di Gesù, davanti alla statua dell’Addolorata, come ancora oggi si usa fare. La chiesa ha una bella facciata, sembra protendersi per abbracciare la piazzetta, il campanile molto bello ha delle membrature in tufo. La piazzetta antistante, è un raccolto spazio armoniosamente chiuso dalle quinte barocche. L’ interno, decorato con tarsie marmoree, ha l’altare maggiore in mischio con colonnine tortili, nella nicchia la statua in noce del Santo, opera di Nicolò Bagnano, risalente al 1818; ai lati dei mosaici in marmo, eseguiti nel 1712, raffiguranti una scena di caccia e un uccello esotico.
- Cuba di Santa Domenica: nei pressi di Castiglione si trova Santa Domenica, forse la più importante cuba bizantina presente in Sicilia, monumento nazionale dal 1909[5]. L’edificio ha dimensioni maggiori rispetto alle caratteristiche tipiche della cuba. Internamente era ricco di affreschi di fattura bizantina, oggi perduti. La facciata è caratterizzata da una grande trifora e l’interno è arricchito da volte a crociera.
- Chiesa di San Nicola: la facciata si presenta con un portaletto avente l’arco a sesto acuto, i cui piedritti in arenaria sono consumati dal tempo, in alto un campanile a vela, sotto questo, al posto della finestrella cruciforme, tipica del Romanico, è stato inserito, forse in un restauro, un rosone con all’interno un motivo cruciforme. Sul retro, l’abside semicilindrico on finestrella; ai lati due portaletti, quello sinistro con arco a sesto acuto è ben conservato, quello destro, angusto e poco visibile; ognuno dei due portaletti è sormontato da finestrelle in arenaria, ben conservate e altrettanto ben sagomate. Al suo interno, sotto gli intonaci sono stati scoperti affreschi raffiguranti il Cristo Pantocratore e gli Apostoli[6].
- Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
- Basilica di San Giacomo e di Maria Santissima della Catena, elevata nell’ottobre del 1985 da papa Giovanni Paolo II alla dignità di basilica minore.[7]
- Chiesa di Sant’Antonio Abate, sede del Museo Santi Pietro e Paolo.
- Chiesa di San Marco
- Chiesa di San Giuseppe e Cripta funeraria
- Chiesa del Carmine e convento dell’Ordine carmelitano (1569 – 1866)
- Torre di Guardia e Chiesa di San Vincenzo
- https://it.wikipedia.org/wiki/Castiglione_di_Sicilia
Chiesa San Marco
Sulla fonte battesimale posta un tempo in questa Chiesa, era la scritta Diis manibus Liuniu asia Tirano vix anni XXIII-marcia severa bene de se merito.
La scritta in latino, ha fatto presumere che questa urna, fosse riconducibile al periodo di dominazione Romano.
Mentre la chiesa ad un esame attento evidenzia la connotazione architettonica Romanica, costituita dalle finestrelle lanceolate visibili sul lato nord e ricoperte di malta nel lato sud.
Il portale di ingresso, sul lato opposto dell’abisde semicilindrico risulta visibile dall’esterno della chiesa.
Nella facciata sud, sono anche le ampie finestre a scemo, i portoncini su ambo i lati, coadiuavano l’ ingresso principale, attualmente posto nel giardino antistante.
Il piano dell’ edificio, si trova rialzato, rispetto al piano stradale, sia dal lato nord che dal lato sud; da questo, come da quello prospiciente Via Federico, una balconata delimita la piazzetta a ridosso del corpo ecclesiastico, ed anche sullo stesso piano di costruzione.
La chiesa costruita, primariamente, in stile Romanico, mostra oggi i ritocchi susseguitosi nel XVI e XVII secolo.
Pregevole la scala tortile, in arenaria, conducente sul “campanaro”.
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