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Castiglione di Sicilia, sorge su di una collina, incuneata nel bel mezzo della valle che il fiume Alcantara solca tra Randazzo e Taormina, l’altitudine sul livello del mare e circa di m.620.

facciata castello di lauria

In proposito dell’epoca della sua fondazione, poco si sa di certo; in passato il rinvenimento di acquedotti, presumibilmente Romani, ha fatto supporre che la collina fosse già popolata in quei secoli.

Certamente lo sperone su cui Castiglione fu edificata, dominando tutta la valle, Alcantara, ben si prestava ad un insediamento, tanto più che il luogo era sulla strada che congiungeva Messina, con Catania e con Palermo.

Filoteo degli Omodei storico Castiglionese vissuto nel XVI secolo, sosteneva nella sua Descrizione della Sicilia, che gia nel V secolo d.C. la collina era abitata.

Molti collegano la nascita di Castiglione, con la distruzione di Naxos, compiuta da Dionigi tiranno di Siracusa nel 465 a.C.; secondo quest’ipotesi, gli scampati all’eccidio, trovarono rifugio nell’entroterra e scelsero la collina, su cui edificarono la cittadina, come luogo ideale per porvi delle fortificazioni, da servire come baluardo per eventuali aggressioni. Dopo la distruzione di Naxos e Trinacia (Randazzo), la collina era il solo luogo abitato tra Randazzo e le coste marine; la prossimità con Taormina, fece sì che il Vescovo Pancrazio, portasse il Credo Cristiano nella vallata Alcantarina.

Nell’anno 125, l’imperatore Adriano fece sosta nella baia di Taormina, per recarsi sull’Etna. In quell’occasione fu coniata una moneta in rame, con il recto raffigurante la testa dell’Imperatore, nel verso, la dea Cerere e la Sicilia con lo steso Adriano; il ritrovamento di qualcuna di queste monete nella zona di Castiglione, spinge a supporre che l’Imperatore abbia visitato questi luoghi.

Secondo Filoteo, nel 400 d.C., fu presso Castiglione S. Filippo Costantinopolitano.

L’importanza che Castiglione aveva assunto, gia nel VI secolo d.C., si evidenzia da una lettera scritta dal Papa Gregorio Magno a Secondino, Vescovo di Taormina, riguardante querionium Castellionensi contra laica persona.

Lo studioso di storia patria Nicotra, riferendosi a questo scritto, cosi scrive:…Or se si tiene conto che la prima fondazione dei monasteri in Sicilia segui la venuta di San Placido (anno 534), il quale fondò quello di Messina (541) e che la data della lettera di S.Gregorio del 597, noi dobbiamo notare lo spirito di fede e l’importanza della città, che pochi anni dopo la fondazione del monastero erano segnalati presso la Santa Sede.

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Edrisi storico arabo, chiama il nostro paese Quastallum e scrisse nel 1150: …posta in sito alto e fortissimo prosperoso e popoloso e ricco di mercati nei quali si vendeva e si comprava molto

Rocco Pirro annota che dopo la presa di Taormina operata del Conte Ruggero, questi diretto a Troina, attraversando la Placa, un territorio posto nelle vicinanze dell’Alcantara, v’incontrò l’eremita S.Cremete e in quella occasione dispose la costruzione di un monastero e postazioni difensive.

Cominciò così , con la edificazione della rocca del paese, voluta dal Conte Ruggero, lo sviluppo di Castiglione, che giunse a contare 4.000 abitanti nel 1840; il nuovo corso sociale, determinatosi con la unità d’ Italia, le nuove idee che si affermarono, fecero si che la popolazione triplicasse, giungendo a contare 13.000 abitanti nel 1901.

Agli inizi del XX secolo, nonostante la crescita demografica si cominciò a registrare una forte spinta alla emigrazione, specialmente verso le Americhe. Cominciavano a venire meno, le condizioni che avevano determinato l’importanza della cittadina; in modo particolare il tracciato d’altre vie di comunicazione, provenienti da Messina e Palermo, verso Catania, provocò l’ isolamento del luogo.

L’unità della penisola, si determinò nuove condizioni: l’isola si aprì a tutti gli influssi provenienti dal mondo ultra farum, idee politiche nuove e tecnologie rivoluzionarie, si riversarono in Sicilia. Non era più necessario, dal punto di vista strategico, che Castiglione fosse un punto della catena difensiva, che collegava in un cerchio Randazzo, Adrano e Catania.

Sardo, un illustre concittadino gia nel 1910, non mancava di notare che industrie importanti e di gran reddito non esistono in Castiglione, dato il suo carattere prettamente agricolo e la sua isolata posizione, anche se con fierezza aggiungeva che: alle umilissime fiammelle a petrolio, che Castiglione ebbe fin dal 1870, uno sfarzo di luce nuova, abbagliante, seguiva, con le incandescentil lampade elettriche…….In tutto il paese vi sono 12 lampade ad arco e N. 170 lampadine ad incandescenza.